Lettera della Prof.ssa Valentina Zanasi
Contributo dalla Scuola Secondaria "San Giuseppe" di Modena
Lettera della Prof.ssa Valentina Zanasi
Caro Direttore, cari Colleghi, cari Genitori e soprattutto cari Ragazzi è affidandomi ad un flusso di coscienza che vi scrivo questo contributo, perchè l'isolamento forzato e la distanza dalla ragione per cui vengo a lavorare tutti i giorni - i nostri e vostri ragazzi - inducono a riflessioni e a fermarsi un attimo di più ad apprezzare in modo nuovo ciò che abbiamo, ciò che tutti insieme condividiamo.
La prima evidenza che mi balza agli occhi, anzi, al cuore, è che i ragazzi mi mancano. Mi manca vedere i loro volti sorridenti, le loro battute, la loro attenzione e anche la loro distrazione, i momenti d'impegno, di dialogo e anche di svago, e chiaramente anche le "mattate" così tipiche della loro età. Mi manca avere il loro cuore così visibilmente davanti ai miei occhi ogni giorno, ciascuno a suo modo...chi più aperto e disponibile, chi più chiuso e timido, chi più ribelle...ma tutti sempre ed inevitabilmente in cerca di Verità.
E la cercano da noi proff., ci guardano come si guarda ad adulti che possono essere punti di riferimento, che possono veramente fare la differenza nella loro vita, e che quindi a volte rischiano anche di deluderli. Cercano in noi risposte, certezze, comprensione, umanità.
Ma per quanto mi riguarda, conscia dei miei innumerevoli limiti, ciò che so è che in realtà sono io quella che riceve ogni giorno un Dono, qualcosa di grande ed insostituibile: la loro presenza - vera, grande, sincera, desiderosa, "provocatoria", assetata di felicità.
Quindi adesso è dura non poterli guardare negli occhi, di persona...non cogliere ogni sfumatura e smorfia del viso, ogni silenzio o grida...perché tutto, tutto quello che esprimono loro ha un significato, è segno di qualcosa, e non è mai da dare per scontato, ma da prendere sul serio. In questi tre anni ci si gioca tanto, ma proprio tanto della loro crescita umana. Se lo giocano loro in prima persona, e noi che li accompagniamo.
Oggi in webconference qualcuno sono riuscita a guardarlo, quando gli/le ho chiesto se gli/le mancava la scuola...e qualcuno aveva proprio una gran nostalgia negli occhi. Almeno quanto la mia. E allora è chiaro che la nostra scuola non è solo un bell'edificio, o un istituto comprensivo scolastico. La nostra scuola è una casa, è famiglia, è vita quotidiana fatta di sfide, successi, traguardi, fallimenti, gioie, fatiche...come tutte le famiglie, e come tutte le case. La nostra scuola è dimora...per me è evidente, perché per me lo è.
E conseguentemente, ancora di più mi è chiaro che fare l'insegnante non è appena un mestiere, un qualunque lavoro in cui si svolge una mansione per avere uno stipendio a fine mese.
E' una missione, certo, una vocazione addirittura...perchè se non lo ami, non lo puoi fare. Ma, caspita, è ancora di più. E' espressione vera del mio cuore, del mio avere un senso a questo mondo. Del mio compito qui, su questa Terra. E pensato così, mi sento investita di una responsabilità enorme, perché ildesiderio più grande che ho è di svolgerlo bene, questo compito! E' di fare del mio meglio, è di dare il 200% per dare ai ragazzi una formazione completa nella mia materia, ma anche la versione migliore possibile di me stessa come educatrice e come essere umano.
E' una cosa decisamente più grande di me, supera di gran lunga le mie possibilità e capacità, ma insieme a questa famiglia di colleghi, educatori, collaboratori, dirigenti...che io ho la fortuna immensa di poter chiamare "amici"...insieme a questa Famiglia che mi ha accolta quando avevo 6 anni e che ho deciso di non abbandonare più (salvo imprevisti), mi sembra tutto più fattibile.
La saggezza popolare dice che "l'unione fa la forza". Io dico che nella nostra scuola 1+1+1 non fa 3, ma 100 (...con buona pace delle proff. di Mate...ma io insegno Inglese! :-P). Se è possibile far fronte in questo modo ad una circostanza assolutamente imprevista e straordinaria come una pandemia che ci costringe a stare chiusi nelle nostre case, e a tenere chiusa la scuola...se è possibile reagire COSì, dove ognuno fa la propria parte e molto di più, dove ci si dà una mano ad imparare come usare nuove tecnologie, dove ci si confronta e si lavora uniti, ma davvero uniti, pensando sempre ed esclusivamente al bene dei ragazzi, a come accompagnarli, a come far sentire loro che ci siamo nonostante tutto, e che desideriamo donare loro qualcosa (che non sono appena nozioni)...allora tutto è possibile e tutto è salvato, nonostante le circostanze avverse. Insomma...io dico che siamo in una botte di ferro.
Stiamo facendo tutto il possibile, stiamo facendo del nostro meglio, tutti, e quando torneremo a scuola sarà una festa grandissima, e penso assisterò ad uno spettacolo meraviglioso: ragazzi pieni di gioia di rivedersi e risedersi a quei banchi insieme.
Di certo, la mia gioia ci sarà tutta, insieme alla gratitudine per questo periodo così difficile, intenso e insieme così ricco che stiamo vivendo INSIEME.
Grazie di cuore a ciascuno di voi.
Un abbraccio enorme a tutti i miei studenti, I can't wait to see you again!
Valentina Zanasi