ISTANTI DI BELLEZZA progetto a cura dei ragazzi di 2°A e 2°B della scuola Secondaria San Giuseppe
I ragazzi di II della scuola secondaria San Giuseppe sono lieti di presentarvi il progetto "Istanti di Bellezza"
Ogni giorno possiamo stupirci di qualcosa di bello che accade, che vediamo, che proviamo, che ammiriamo: un’immagine, un canto particolare, un sorriso, lo sguardo di una persona cara, lo sbadiglio di un gatto, il tremolio d’ali di una farfalla, qualunque cosa ci faccia provare, anche solo per un attimo, la grazia del poeta.
Nelle ultime settimane i ragazzi hanno provato a raccogliere e fissare questi istanti di bellezza per poi condividerli con i compagni, le insegnanti e con Francesca, una mamma poetessa che durante il periodo in DAD aveva raccontato alle classi della sua passione per la poesia e aveva letto alcuni suoi versi.
Pubblicheremo prossimamente una selezione degli istanti di bellezza scritti dai nostri ragazzi, di seguito potete leggere l'articolo scritto da Francesca che ringraziamo.
Un progetto che ha coinvolto i ragazzi della II A e della II B della secondaria San Giuseppe e che nasce, quasi, come una provocazione.
In un tempo in cui eminenti testate giornalistiche, quali il New York Times, definiscono l’emozione che sarebbe sottesa a tutte le nostre giornate, come languishing – una sorta cioè di stagnazione, di senso di vuoto: “è come se guardassi la tua vita da un finestrino appannato” – dalla lettura dell’“ode al giorno felice” di Pablo Neruda, con i nostri ragazzi abbiamo sentito comune l’urgenza di una domanda: cosa rende così felice il poeta?
In fondo, non è successo nulla di eclatante, non è un giorno di festa; c’è solo un uomo, nella natura, accanto alla donna amata.
Un uomo che si sofferma ad ammirare la vita, che si accorge della meraviglia dell’esistenza, che diviene un tutt’uno con le proprie sensazioni e con il bello che lo circonda.
“Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore”.
Ed ancora ci siamo chiesti: e noi, ci siamo mai sentiti così?
Sappiamo provare anche noi la gioia del poeta per le piccole cose? Sappiamo riconoscere e salvare dalla nostra giornata anche solo un breve istante di bellezza?
Comincia così il nostro esercizio, la nostra sfida.
Ci ripromettiamo di appuntarci ogni giorno qualcosa di bello che ci accade, qualcosa che vediamo, che proviamo, che ammiriamo, qualcosa che ci sa stupire nel corso della giornata: un’immagine, un canto particolare, un sorriso, lo sguardo di una persona cara, lo sbadiglio di un gatto, il tremolio d’ali di una farfalla, qualunque cosa ci faccia provare, anche solo per un attimo, la grazia del poeta.
Per ritrovarci poi da lì ad un mese tutti insieme, ciascuno con i propri istanti di bellezza, datati ed impressi nero su bianco, per recuperare nella memoria ogni preciso momento e poterlo condividere con i compagni “e vedere di nascosto l’effetto che fa”, come cantava Jannacci.
E così il 27 aprile, in una giornata in cui l’inverno sembra ancora, e prepotentemente, non volerci abbandonare, ci ritroviamo tutti in classe; ognuno stringe in mano il suo piccolo tesoro, fatto di tanti preziosi fermo-immagine strappati dalla calma e, a volte, dalla noia del quotidiano. Cominciamo.
C’è Francesco che ricorda la minestrina e la fetta biscottata consumate una sera, dopo alcuni giorni di digiuno a seguito di un’operazione chirurgica. Un pasto evidentemente frugale ma che sapeva di gioia e di gratitudine e che nessuno chef stellato avrebbe saputo rendere più gustoso.
C’è Federica che, sussurrando appena, ci consegna un suo sogno. Un sogno dove passato, presente e futuro si tengono per mano ed in cui lei ha potuto accarezzare di nuovo un affetto perduto.
E Samuele che osserva rapito la coccinella posarsi sul davanzale, nella sua fragilità e tenerezza.
E Beatrice che, con gli occhi pieni di luce, racconta il momento in cui la zia le ha rivelato che una nuova vita sta sbocciando in lei.
In tanti si levano in piedi, quasi a voler declamare al mondo il proprio “istante” di bellezza ed a noi sembra di assistere a quei documentari tv sulla natura dove, in time lapse, teneri, verdi germogli bucano il terreno e si ergono diritti verso il sole.
C’è Filippo che si gusta tutte le emozioni dell’attesa, durante il viaggio che lo porta alla sua prima partita di campionato.
Un istante fatto di speranza, di trepidazione e di timore, di quel timore che ti fa fremere i polsi, e poi di nuovo di speranza, perché comprende forse che la vita, in fondo, è tutto un affidarsi.
E Pietro, che ci racconta, sorridendo, come sia stato “trascinato” nel suo istante di bellezza da Filippo, il quale ha introdotto Pietro in quello stesso sport che tanto lo entusiasma.
Senza rendersene quasi conto, Pietro ci svela che Amicizia è il desiderare per l’altro il proprio stesso bene, il voler condividere le proprie passioni e che con-dividendo, a dispetto di ogni possibile valenza etimologica, alla fine, non ci priviamo proprio di nulla, ma ne usciamo arricchiti.
Perché “l’altro è un tu”, come sosteneva Don Giussani.
E così, proprio come ce l’eravamo immaginati, nel procedere concitato di questo esercizio, nel susseguirsi dei brevi istanti salvati da ognuno e nel loro combinarsi con gli istanti di tutti i compagni, davanti ai nostri occhi si è composta e spiegata una armoniosa sinfonia, un’ode corale alla bellezza.
Prossimamente pubblicheremo una raccolta di "istanti di bellezza" scelti dai nostri ragazzi, tra i tanti da loro scritti, auspicandoci davvero che questo allenamento al bello non si arresti mai.
(di Francesca Totaro, mamma di uno studente di 2A)